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locandina login museo del presente Camera 2237 Angelo Gallo Lucy Mey

Un percorso espositivo innovativo capace di mescolare i diversi tempi della creatività, nella continua ricerca di quel punto di accesso dove il pensiero artistico diventa azione concreta, connessione tra lo spettatore e l’artista.  Login diventa interazione, comunicazione di linguaggi apparentemente diversi legati dalla condivisione di ciò che accade nella camera 237.  Angelo Gallo e Lucrezia Siniscalchi che danno vita a questo percorso sono i protagonisti attraverso un lavoro di sintesi a quattro mani, ma riuscendo anche a mantenere una propria identità artistica individuale.

Incontrarsi, fondersi, ma nello stesso tempo generare delle percezioni concepite dalla propria visione che ha dato vita a 12 mesi di lavoro con progetti realizzati a Lamezia Terme, nel Castello Della Valle di Fiumefreddo Bruzio, al MABOS Museo d’Arte del Bosco della Sila a Sorbo San Basile, e presso il Cleto Festival. 

Login non è il riassunto oppure il compromesso finale di un percorso, ma l’inizio di un cambiamento di un racconto artistico che trova nell’interazione di diverse sensibilità l’alimentazione necessaria per accedere, riuscire a varcare quella soglia e comunicare all’interno del vasto mondo di camera 237. Il Museo del Presente, non diventa contenitore di un progetto, ma contenuto vincolante di questa idea. Porta d’accesso in questo spazio-luogo presente contagiato da visioni, suoni, immagini, linguaggi che sono a nostra disposizione. In che modo allora bisogna chiedersi, il tempo globalizzato che consuma l’immagine e anche il concetto poetico è capace di interagire e trasformare le nostre idee? La nostra immagine è il risultato di ciò che siamo, oppure di ciò che vorremmo essere?  Dare una risposta non è semplice, poiché la globalizzazione condivide con tutti quanti noi traguardi importanti, prima fra tutte la velocità della comunicazione, ma se veicolata in modo errato può contagiare il nostro tessuto quotidiano con paure che diventano fobie, trasformando irrimediabilmente la nostra immagine e la nostra identità. Ma tutto ciò come interagiste all’interno di un museo? 

Angelo e Lucrezia ci raccontano questa reciprocità di flussi mediatici attraverso il linguaggio dell’arte, ponendo sempre al centro l’uomo e le sue idee, in una cronaca serrata tra i tempi della quotidianità che deve fare i conti con aspettative, previsioni ed attese. Il tentativo è quello di recuperare coscienza, di smaltire, dove necessario, quelle visioni che abbiamo ereditato, non dalla nostra cultura, ma da una sub cultura “altra” che non ha confini geografici, ma è costruita sulla fragilità di una connessione reale edificata su una comunicazione fittizia, che ha come obiettivo convertire, rimodulare una notizia per trasformarla in immagine pronta da consumare immediatamente. 

Angelo Gallo e Lucrezia Siniscalchi ci invitano ad entrare nella loro camera 237 alla scoperta di questi oblii contemporanei, offrendoci la possibilità di vivere questa esperienza in prima persona, attraverso la consapevolezza e la conoscenza di ciò che siamo. Da una parte il percorso di Angelo fatto di elementi della tradizione che si fondono nella modernità di un linguaggio artistico che diventa contemporaneo per l’utilizzo di materiali e strumenti capaci di trasferire un messaggio di “ricerca” e di sintesi visiva e concettuale, dall’altro la delicatezza e la forza delle immagini di Lucrezia, momenti differenti della stessa identità che l’artista valorizza, concedendo lo status di “manifesti” di protesta nei confronti di una società che ha perso il valore della verità. In mezzo la perfetta sintesi artistica con una serie di lavori realizzati nello spazio di Camera 237, risultato perfetto delle visioni concettuali di Angelo con l’oggettività di Lucrezia.  

In & out, Angelo & Lucrezia. Gli artisti entrano ed escono dal loro spazio di condivisione e creazione, offrendoci un percorso in mostra capace di abbracciare diverse traiettorie, senza dimenticare l’obiettivo finale: il tentativo di dare risposte attraverso la ricerca di quell’immagine autentica spogliata dalla contaminazione mediatica. Per fare ciò, in una sorta di provocazione gli strumenti di questa contemporaneità 2.0 diventano elementi cardini di questo percorso. 

L’arte diventa con il progetto Login, indagine, esplorazione all’interno di una società globalizzata che attraverso l’arte può condividere e scambiare cultura. Riuscire a riconoscere quell’immagine più vera. Solo così l’arte contemporanea diventa linguaggio universale che viene attraversata dal gusto della società in cui essa cresce. Contaminandosi, storicizzandosi, generando memoria e riconoscendosi. 

   Dott. Roberto Sottile

Critico d’Arte e curatore 

 

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