“Io non sono qui” è stato ideato da Camera 237 per il Cleto Festival del 2016. Il Cleto Festival è un progetto socio-culturale ideato dall’associazione La Piazza nell’estate del 2011, e fin dalla prima edizione si svolge nel cuore antico del comune di Cleto (Cs), ormai considerato un borgo fantasma.
TRE GIORNI DI EVENTI COMPLETAMENTE GRATUITI
tramite l’arte in tutte le sue forme, musica, teatro, arti figurative, mostre fotografiche, artisti di strada, gastronomia a Km zero e tanto altro
Le strade del borgo diventano una vetrina per artisti, al tempo stesso, una cornice ideale per incontri e convegni
Tutto questo senza percepire nessun finanziamento pubblico ma solo tramite l’auto-finanziamento e l’aiuto economico dei privati che apprezzano e sostengono il progetto.
LUOGHI è stato il tema della VI edizione.
Non inteso solo come spazio fisico, ma come identità da riscoprire, valorizzare e difendere. Ridare un senso a dei luoghi che hanno un’identità forte e antica ma, come succede nella maggior parte dei casi oggi, sono abbandonati a se stessi.
L’idea era atta a focalizzare sulla differenza tra “luoghi” e “non luoghi” al fine di contribuire non solo a ritrovare quel senso di comunità, che le piccole realtà dell’Italia interna stanno perdendo, ma soprattutto di porre particolare attenzione al fenomeno dello spopolamento che interessa più nello specifico le piccole comunità del Sud che perdono abitanti e i tanti abitanti, che pur rimanendo, hanno perso il senso dei luoghi.
I luoghi rappresentano uno spazio in cui le relazioni sono parte integrante del luogo stesso, dove i soggetti si conoscono e riconoscono al suo interno, e per questo è definito identitario e storico. Il non luogo- termine coniato dell’antropologo francese Marc Auge’– ha caratteristiche opposte, riguarda gli spazi di transito quali aeroporti, stazioni, centri commerciali, che sono ideati a prescindere dalla possibilità di creare rapporti di conoscenza e socializzazione fra i frequentatori.
L’intervento di camera 237 prevedeva la realizzazione di un percorso site-specific che ha l’intento di accompagnare il fruitore per le vie di Cleto. Una mappatura del luogo che ne alteri la percezione così da dare l’idea di continuità ma nello stesso tempo la sensazione di un spazio unico, attraversato da un nastro segnaletico che funge da filo d’Arianna di un racconto che come tema centrale si propone di mettere in luce l’attività della ndrangheta nel territorio calabrese, prendendo alcuni tra i più attuali e gravi esempi di criminalità e rendendoli visivamente fruibili attraverso la realizzazione di micro luoghi che saranno le tappe intermedie lungo tutto il tragitto.
L’istallazione ha avuto origine da un libro dalle pagine bianche sul quale è poggiata una penna. Proprio da quest’ultima il nastro ha iniziato il suo viaggio prendendo direzioni diverse, fermandosi successivamente su vari spazi. Tra questi quello dedicato agli eventi che girano attorno al sogno/incubo dell’industrializzazione di Crotone. Le industrie del polo chimico (Montedison, Pertusola Sud) hanno determinato, negli anni, un inquinamento sempre più pervasivo che ha colpito le persone, il suolo, l’aria, le falde acquifere, il mare. E gli scarti di quelle produzioni (arsenico, nichel, cadmio, zinco e piombo) sono state utilizzate nella costruzione di edifici, scuole, strade. Lo ha stabilito una consulenza effettuata su richiesta della Magistratura, che per anni si è occupata della vicenda. Uomini, donne e bambini presentano un aumento di mortalità per tutte le cause e, in particolare, per tutti i tipi di tumore. Ma c’è chi su questo disastro ha guadagnato, e tanto. A cominciare dalla criminalità organizzata, che soprattutto dall’illecito smaltimento di rifiuti, industriali e non, ha tratto e continua a trarre enormi guadagni.
Un altro argomento affrontato riguarda i tanto discussi lavori dell’autostrada “Salerno-Reggio Calabria”. Un progetto che nasce intorno agli anni 60/70 ma che ancora oggi è un cantiere aperto dove già dall’inizio le varie ‘ndrine stipularono accordi con le ditte vincitrici dell’appalto oltre che imposizioni del pizzo. Attività che continuano a rallentare volutamente la conclusione effettiva di questa interminabile vicenda. A seguire, un altro spazio dedicato agli avvenimenti legati alle “campagne di Rosarno”. Un luogo dove la criminalità organizzata specula e gestisce in maniera disumana lo sfruttamento dei migranti, che per pochi spiccioli è vittima di abusi e di uno stato che non tutela questa povera gente e per giunta ne rimane complice attraverso la completa indifferenza. Un altro caso preso in esame è quello degli “ecomostri”. Una problematica che non affligge solamente il territorio calabrese ma che lo stesso ne risente di una massiccia quantità, oltre 5000 solo sulla fascia costiera calabrese. Abusivismo che danneggia l’ambiente oltre che fonte di continua speculazione di grandi risorse. I’istallazione si conclude con una bocca aperta, un urlo dove convergono tutti i nastri, che percorrendo Tutto il cammino si rincontrano in un unico punto. Un urlo contro l’omertà, per sensibilizzare, far riflettere. Una conclusione che può allo stesso tempo essere un nuovo inizio, per ripercorrere il tragitto a ritroso ma con una nuova consapevolezza e ritornare in quel punto dove tutto è cominciato, su quelle pagine bianche e decidere se opportuno lasciare una riflessione, un messaggio o un segno del proprio passaggio.